Rinascita Italia: Manca la pietra d'angolo
- pietrotapponi
- 29 ago 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 17 ott 2018
Quando il 13 Novembre l'arbitro fischiò la fine d'Italia-Svezia, e l'uscita della nostra nazionale dai Mondiali di Russia 2018 iniziò una nuova caccia alle streghe. Italia senza qualità, ci sono troppi stranieri, allenatori non qualificati, ragazzini scarsi, strutture inefficaci ecc... In molti stanno cercando di dare una spiegazione a questo declino, compreso il sottoscritto.
Gli organi calcistici principali stanno studiando come sopperire a questo grande smacco ma inutilmente (sembra) creando centri federali e abilitando più possibile gli istruttori, selezionandone numerosi.
Dopo quella partita sciagurata e in seguito ad alcuni dialoghi avuti con alcuni ho deciso d'indagare. Parlavamo di Baggio, Del Piero, Cannavaro, Buffon, Nesta, Maldini, Totti e Vieri ma nessuno si chiedeva da dove avessero iniziato a giocare tali campioni. Christian Vieri ad esempio ha iniziato la sua avventura calcistica al Marconi Stallions, invece Walter Zenga alla Macallesi 1927, oppure Alessandro Del Piero al San Vendemiano e ce ne sono tantissimi ancora. Onestamente sarei molto curioso di sapere chi conosce o a sentito nominare le squadre sopra citate. Queste sono tutte scuole calcio dilettantistiche in cui molti campioni hanno giocato da piccoli.

Ho allenato nel corso della stagione 2017-2018 alla Macallesi 1927, esattamente dove Walter Zenga ha iniziato a parare, ed è incredibile vedere come nel bar all'interno del centro sportivo sia conservato gelosamente il suo tesserino da calciatore. Ora, se giriamo in altre società, non troveremo tantissimi tesserini come quello, e questo testimonia una grande involuzione delle piccole realtà calcistiche. Nel mondo del pallone italiano si valorizza tutto ciò che è dettato dalla visibilità e fama. Perciò queste realtà vengono totalmente snobbate degradando lentamente come un ferro arrugginito. Chi veramente perde da questa situazione sono i giovani.
Ormai il calcio in Italia è qualcosa che passi da per tutto e ci sono numerose scuole disseminate in gran parte del territorio. Dando più importanza a questi centri avremmo uno sviluppo incredibile, non solo sotto l'aspetto tecnico ma anche lavorativo. Pensate a quante mansioni ci sono all'interno di un centro sportivo. Baristi, giardinieri, addetti alle pulizie del campo, potrebbero essere queste soluzioni per dare lavoro alle persone, in un periodo in cui quest'ultimo c'è ne ben poco.
La F.I.G.C sta tentando di far crescere i ragazzi tramite i centri federali ma non si rende conto che così facendo esclude numerosi questi che potrebbero sbocciare negli anni dopo se fatti allenati nella maniera corretta. Invece privilegiando tutti possiamo far aumentare le ossibilità di rivedere nuovi Baggio e Del Piero.
Quando parlo nel titolo di questo pezzo che manca la pietra d'angolo è proprio in riferimento a questi aspetti. In particolare a questa base su cui poggia il calcio in Italia che sta lentamente cadendo, il motivo è probabilmente il non aver chiaro quale sia l'obbiettivo primario per far uscire il movimento calcistico italiano da queste sabbie mobili in cui è bloccato ormai da anni. Con il mio piccolo ragionamento credo di poter dire, che questo obbiettivo siano le scuole calcio dilettantistiche con i loro bambini, ragazzi e mister al suo interno. Proprio quella pietra angolare che la società di oggi sta scartando.

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